Inconvenienti di marcia frigoriferi – cause – rimedi

Inconvenienti di marcia frigoriferi – cause – rimedi

Inconvenienti di marcia frigoriferi

Questa guida ideata e realizzata da Itieffe rappresenta una risorsa preziosa per chiunque sia coinvolto nella progettazione, nella manutenzione o nell’utilizzo di sistemi di refrigerazione e frigoriferi. Questa guida è stata sviluppata per affrontare una vasta gamma di problemi e inconvenienti che possono verificarsi durante il funzionamento dei frigoriferi, offrendo una panoramica chiara delle cause sottostanti e dei possibili rimedi. Prima di esaminare il contenuto specifico della guida, è importante fornire una premessa per comprendere il contesto e l’importanza di questa risorsa.

Contesto dell’utilizzo dei frigoriferi:

I frigoriferi sono dispositivi fondamentali nella vita quotidiana e nell’industria, utilizzati per la conservazione e la refrigerazione di alimenti, prodotti farmaceutici, materiale biologico e molto altro. La loro affidabilità e la loro efficienza sono essenziali per garantire la sicurezza alimentare e la conservazione ottimale di prodotti sensibili alle temperature.

Inconvenienti nella marcia dei frigoriferi:

Durante la loro vita operativa, i frigoriferi possono incontrare una serie di inconvenienti che possono influenzare negativamente le loro prestazioni. Questi inconvenienti possono includere perdite di refrigerante, inefficienza energetica, malfunzionamenti dei componenti, formazione di ghiaccio e altro ancora. È fondamentale affrontare questi problemi in modo tempestivo per garantire il funzionamento corretto e l’efficienza dei frigoriferi.

Questa guida è di importanza cruciale per vari motivi:

  1. Soluzione dei problemi: fornisce una guida dettagliata per identificare le cause degli inconvenienti nei frigoriferi e suggerisce i rimedi appropriati.
  2. Efficienza energetica: aiuta a migliorare l’efficienza energetica dei frigoriferi, riducendo i costi operativi e l’impatto ambientale.
  3. Sicurezza degli alimenti e dei materiali sensibili alle temperature: contribuisce a preservare la qualità e la sicurezza degli alimenti e dei materiali immagazzinati nei frigoriferi.
  4. Prolungamento della vita operativa: consente di prolungare la vita operativa dei frigoriferi, evitando danni irreversibili e costose sostituzioni.
  5. Conformità normativa: aiuta a garantire che i frigoriferi rispettino le normative e le regolamentazioni pertinenti.

Questa guida è progettata per essere una risorsa pratica e informativa. Il suo contenuto può includere:

  • Una panoramica dei principali tipi di inconvenienti che possono verificarsi nei frigoriferi.
  • Spiegazioni dettagliate delle cause sottostanti di ciascun inconveniente.
  • Suggerimenti e istruzioni passo dopo passo per diagnosticare e risolvere i problemi.
  • Esempi pratici e casi di studio per illustrare l’applicazione dei rimedi proposti.

In conclusione, questa guida è uno strumento essenziale per garantire il funzionamento affidabile e l’efficienza dei frigoriferi in una vasta gamma di contesti. La sua adozione contribuisce a preservare la sicurezza, la qualità e l’efficienza dei prodotti refrigerati e a ridurre i costi di manutenzione e gestione degli impianti di refrigerazione.

Inconvenienti di marcia frigoriferi – cause – rimedi

Non esistono macchine che producono freddo ma esistono macchine che sottraggono calore a tutto ciò che le circonda. Vengono chiamate: “Macchine frigorifere”; sono realizzate da circuiti chiusi nel quale interno, circolano gas refrigeranti.

Il circuito frigorifero (vedi Circuito frigorifero – Le basi) è una macchina complessa che per funzionare ha bisogno di molti componenti i quali debbono essere accordati tra loro come un’orchestra per poter funzionare regolarmente.

Quando il circuito frigorifero si guasta, bisogna intervenire con perizia e praticità: questo compito è riservato al tecnico frigorista.

Un buon tecnico frigorista, deve avere nozioni di idraulica, termica, elettricità, meccanica, saper saldare e perché no, di chimica. Il tecnico frigorista è un professionista completo che abbraccia svariati settori.

La dote principale che un tecnico frigorista deve avere, è la conoscenza perfetta del lavoro che deve svolgere ogni singolo componente ed organo meccanico dell’impianto.

L’esperienza acuisce questa dote e rende il frigorista sempre più attento alle situazioni che verrà a trovare.

Avendo queste basi, il tecnico potrà effettuare la diagnosi su qualsiasi malfunzionamento del frigorifero e delle sue parti ed intervenire per un ripristino immediato dello stesso.

Richiamo su manometri e termometri

I manometri e i termometri, sono dispositivi che aiutano il frigorista ad analizzare il circuito chiuso del frigorifero. Bisogna saperli leggere e interpretare perfettamente. Per una visione generale, si possono usare le tabelle delle temperature e delle pressioni (vedi: Gas refrigerante).

manometro alta pressione

Manometro alta pressione

Il manometro alta pressione indica la pressione del gas e del liquido (e la temperatura corrispondente del gas saturo) e quindi la zona della compressione dell’impianto dall’uscita del gas dalla testa del compressore al condensatore e al serbatoio fino a monte della regolatrice. Un disturbo qualsiasi in questa larga zona, quale ad esempio cattiva circolazione dell’aria al condensatore o cattiva circolazione dell’acqua al condensatore ad acqua, sporcizia nell’interno del condensatore, incrostazioni, sporcizia sulle alette del condensatore, ingrassamento interno delle tubazioni del condensatore o della tubazione del liquido, olio trascinato in eccesso, olio di cattiva qualità, eccesso di liquido in circolazione, otturazione della tubazione, presenza di aria nel circuito, ecc., danno segnalazioni precise sulla temperatura e pressione (vedi Conversioni pressioni).

Pertanto come si fa ad individuare uno qualsiasi o più di uno dei predetti inconvenienti presenti nell’impianto, se non si sa leggere il manometro e il termometro all’alta pressione, e se non si sa quale deve essere l’esatta pressione e l’esatta temperatura dell’alta pressione nelle condizioni normali di regime? Per un maggior dettaglio vedere tabella Rapporto pressione temperatura refrigeranti.

Si tenga presente che quando l’impianto è fermo la pressione segnalata sul manometro indica la pressione di saturazione alla temperatura dell’aria ambiente o alla temperatura dell’acqua circolante nel condensatore.

Condizioni normali

In condizioni normali di funzionamento il condensatore e sempre più caldo dell’aria ambiente, e perciò la pressione nell’interno di tale organo è sempre più elevata di quella indicata dalle tabelle o dalle curve osservate per una determinata temperatura ambiente.

 Se il condensatore ad aria è corretto, cioè se la sua superficie di scambio è in perfetta corrispondenza con la potenza frigorifera del compressore, la sua temperatura interna deve essere di circa 15°C più alta dell’aria ambiente ed il manometro indicherà una pressione corrispondente alla temperatura ambiente aumentata di circa 15°C. Questo significa che la lettura del manometro sull’alta pressione non dà una indicazione precisa ma una approssimazione molto sufficiente, perché supponiamo uno scarto di 15°C che è difficile verificare.

 Nel caso del condensatore ad acqua, il fluido dentro il condensatore deve trovarsi ad una temperatura di circa 5, o 7 °C al massimo, superiore alla temperatura media dell’acqua (cioè alla temperatura dell’entrata sommata a quella dell’uscita e divisa per due.

Manometro bassa pressione

Manometro bassa pressione

Il manometro bassa pressione indica la pressione dell’evaporatore (e la temperatura corrispondente del gas saturo) e quindi dell’impianto nella parte aspirante che va dalla zona a valle della valvola regolatrice fino alla valvola di aspirazione sul compressore. 

Questa pressione durante la fermata dell’impianto, sarà naturalmente quella corrispondente alla temperatura interna dell’evaporatore, cosi come indicano le tabelle (Gas refrigerante – schede) o le curve delle pressioni e temperature (e come è segnalata sul manometro).

Durante il funzionamento la pressione letta al manometro dell’aspirazione, sarà minore della pressione reale di evaporazione.

Lo scarto fra queste due pressioni varia in ogni installazione, perché esso dipende dalla perdita di carico nelle tubazioni di raccordo fra l’evaporatore ed il compressore, oltre che da altri fattori, come sezioni, curve pendenze, ecc.

Il termometro

Il termometro è lo strumento che ci permette di misurare la temperatura (vedi Conversioni temperature).

L’unità di temperatura più usata è il grado centigrado o grado Celsius proposto dall’astronomo svedese A. Celsius (1701 – 1744).

Il grado è la centesima parte della scala termometrica, ottenuta fissando a 0° C la temperatura del ghiaccio fondente e a 100° quella dell’acqua bollente.

Oltre la scala Celsius esistono altre due scale, la Réaumur usata in Francia, e la scala Fahrenheit utilizzata nei paesi anglosassoni.

Il pressostato alta e bassa pressione

Pressostato alta e bassa pressione

Il pressostato doppio di alta e bassa pressione è un apparecchio di sicurezza che arresta il compressore quando la pressione di mandata raggiunge valori anormali superiori ad un limite fissato o quando la pressione di aspirazione scende a valori anch’essi anormali inferiori ad un determinato valore.

Ricordiamo che esso è costituito da due elementi, membrane o soffietti, sensibili alle pressioni di mandata e di aspirazione, i quali agiscono su due contatti elettrici dai quali viene comandato il motore del compressore (per alti assorbimenti può comandare la bobina di un teleruttore).

In contrapposizione alle forze derivanti dalle pressioni agiscono sulle leve di comando dei contatti elettrici delle molle antagoniste delle quali si può variare le forze mediante delle viti di regolazione.

Per mezzo di queste regolazioni si fissano la pressione massima di mandata e la pressione minima di aspirazione che non devono essere superate, ossia le pressioni di arresto del motore del compressore.

Indicazione delle pressioni

Queste pressioni sono indicate su due scale da indici mobili collegati alle viti di regolazione (fig. 1).

La scala 1 a sinistra (nel tipo di pressostato preso in analisi) è quella della pressione di aspirazione (bassa pressione), mentre la scala 6 a destra è quella della pressione premente (alta pressione).

Quando con le viti di regolazione si tara l’apparecchio fissando una determinata pressione di mandata ed una determinata pressione idi aspirazione il pressostato provocherà l’arresto del compressore quando le pressioni di mandata e di aspirazione raggiungono i valori di taratura indicati dagli indici delle scale.

Perché però i contatti elettrici, una volta aperti, possano richiudersi è necessario che la pressione anormale che ne ha provocato l’apertura si riporti al valore normale di funzionamento.

Se l’arresto è stato provocato da una troppo alta pressione di mandata sarà necessario che essa scenda ad un valore inferiore e normale; se l’arresto è stato provocato da una troppo bassa pressione di aspirazione essa deve risalire al valore di esercizio.

 Le differenze fra le pressioni di arresto del compressore e le pressioni di rimessa in marcia si definiscono le pressioni differenziali o più brevemente i differenziali dell’apparecchio.

1 – Scala bassa pressione.

2 – Vite regolazione bassa pressione.

3 – vite regolazione differenziale bassa pressione.

4 – Scala differenziale bassa pressione.

5 – Vite regolazione alta pressione.

6 – Scala alta pressione.

A – Attacco bassa pressione.

B – Attacco alta pressione.

Fig. 1 – Pressostato di alta e bassa pressione (pressostato differenziale).

I differenziali di alta e bassa pressione possono essere fissati una volta per sempre dal costruttore del pressostato o essere regolabili con opportune viti.

 Il tipo di pressostato di fig. 1 ha il differenziale dell’alta pressione fisso al valore di 3,7 bar (52,6 psi) indicato in fondo alla scala 6 delle alte pressioni (in altri tipi di pressostati potrebbe variare).

Ciò significa che qualunque sia la taratura di intervento indicata sulla scala 6 per l’arresto del compressore esso verrà rimesso in marcia quando la pressione premente sarà scesa di 3,7 bar rispetto alla pressione di arresto.

Nel pressostato della fig. 1 il differenziale della bassa pressione è invece regolabile, con apposita vite, da 0,5 a 4 bar ed il valore di regolazione è indicato da un indice sulla scala del differenziale di bassa pressione (4).

I pressostati differenziali

Il differenziale di alta, pressione è tenuto fisso perché la parte alta pressione del pressostato ha solo funzione di sicurezza, ed il valore fisso di 3,7 bar permette la rimessa in marcia del compressore con una differenza di pressione rispetto all’arresto sufficiente ad evitare pendolamenti ossia frequenti arresti e avviamenti.

Il differenziale di bassa pressione è invece regolabile in quanto la parte bassa pressione, oltre che di sicurezza, può avere pure una funzione di regolazione. Infatti frequentemente il pressostato bassa pressione arresta il compressore perché non è più necessaria la sottrazione del calore e lo rimette in marcia quando è nuovamente necessaria.

Vediamo ora come regolare il pressostato di alta e bassa pressione della fig. 1.

Notiamo innanzitutto che le scale sono graduate in unità di misura di pressione sia nel sistema metrico sia nel sistema inglese.

Le pressioni sono relative e al disotto della pressione atmosferica l’indicazione è in bar (sistema metrico) o pollici di mercurio (in Hg – sistema inglese).

Le scale:

bassa pressione (1) va da 0,2 bar (5.9 in Hg) a 7,5 bar (108 psi).

del differenziale di bassa pressione (4) va da 0,5 a 4 bar (da 7,2 a 58 psi).

delle alte pressioni (6) va da 6 bar (87 psi) a 32 bar (464 psi).


Regolazione parte alta pressione.

Si abbia un impianto a R404A che funziona con una temperatura massima di condensazione di +35 °C. A tale temperatura corrisponde una pressione di saturazione (ricavabile dalle tabelle o dai diagrammi – vedi Gas refrigerante schede) di 15,2 bar.

Si desidera che il compressore si fermi quando la pressione di mandata raggiunge 17,3 bar corrispondenti ad una temperatura di circa 40 °C

Dallo schema dell’apparecchio si rileva che il contatto di alta pressione agisce secondo lo schema:

pressione di riavviamento = pressione di arresto alta pressione – differenziale (pressione taratura scala 6);

e con i valori numerici: pressione di riavviamento = 17,3 – 3,7 = 13.6 bar.

 Pertanto, facendo coincidere mediante la vite di regolazione alta pressione l’indice della relativa scala sul valore 17,3 il pressostato sarà regolato per:

  • fermare il compressore quando la pressione premente raggiunge il valore 17,3 bar;
  • rimettere in marcia il compressore quando la pressione del lato premente sarà ridiscesa a 13.6 bar.

Regolazione bassa pressione.

 Lo schema di funzionamento del contatto di bassa pressione è il seguente:

pressione di riavviamento = pressione di arresto bassa pressione + differenziale (pressione taratura scala 1 + scala 4).

Si considera sempre l’impianto a R404A precedente che deve funzionare con una temperatura di evaporazione di -10°C per raffreddare una cella a 0°C. Alla temperatura di -10°C corrisponde una pressione di 3.42 bar.

 Si vuole che la temperatura di evaporazione non scenda al di sotto di – 15°C, cui corrisponde la pressione di 2,72 bar, alla quale il compressore si deve arrestare ed inoltre si richiede che l’avviamento venga effettuato quando la pressione aspirante è risalita a 4,41 bar, corrispondente alla temperatura di circa -4°C.

 Dalla uguaglianza dello schema di funzionamento si ricava:

pressione differenziale = pressione di riavviamento – pressione di arresto (scala 4 e scala 1);

e con i valori numerici: pressione differenziale = 4,41 – 2,72 = 1.69 bar.

Con le viti di regolazione della bassa pressione (1) e del differenziale di bassa pressione (4) si porteranno i rispettivi indici di corrispondenza di 4,41 bar (1) e 1,69 bar (4).

Con queste regolazioni il compressore:

  • si arresterà quando la pressione aspirante sarà scesa a 2,72 bar;
  • si rimetterà in marcia quando la pressione aspirante sarà risalita a 4,41 bar.

ANALISI DEI COMPONENTI DEL SINGOLO IMPIANTO

A volte risulta utile (anche per chi voglia realizzare un database degli impianti) avere la schedatura dei vari componenti dell’impianto.

Vediamo quali sono gli elementi da prendere in esame e relative indicazioni da fornire.

Compressore il numero dei cilindri, corsa ed alesaggio, numero dei giri facendo il rapporto fra i diametri delle pulegge (vedi: Calcolo diametri pulegge) condotta e motrice e di giri del motore; il gas in uso, se ermetico o semiermetico, la potenza assorbita e la tensione di alimentazione (vedi: Valori caratteristici compressori frigoriferi).

Motore elettrico (se compressore aperto) lettura esatta della targhetta posta sul motore e quindi tipo della corrente, amperaggio, fattore di potenza, numero dei giri, voltaggio, potenza, diametro della puleggia motrice, possibilmente misura della potenza assorbita ( vedi Calcolo potenze e correnti motori), diametro e tipo della ventola, tipo dei collegamenti ai morsetti.

Condensatore: se è ad acqua o ad aria, quindi. tutte le misure relative alla forma, sviluppo frontale, e diametri dei tubi, numero, grandezza delle alette, percorso del liquido, zona raffreddata dall’aria e segnare quanti ranghi ci sono, il modo di attacco del gas all’entrata e all’uscita. Se il condensatore è ad acqua misurare la temperatura dell’acqua all’entrata e all’uscita, la portata, la superficie di scambio misurata dal lato dell’acqua e dal lato del fluido frigorigeno.

 Serbatoio del liquido: sua capacità (lunghezza e diametro esterno).

 Regolatrice: manca, tipo, caratteristiche, orifizio (vedere descrizione puntuale dei difetti in fondo all’articolo).

Tipo di evaporatore

 Evaporatore: tipo dell’evaporatore, diametro, lunghezza dei tubi, numero delle curve, quantità. delle alette e loro dimensioni, distanza fra le alette, superficie, posizione dell’vaporatore, sistemazione dei piani dei gocciolatoi; se a secco o annegato o parzialmente annegato.

 Ventilatore: se esiste dare le caratteristiche della corrente, diametro della ventola, numero delle pale, prendere i dati di targa se esistono, potenza del motore che lo comanda.

 Tubazioni di raccordo: diametro, lunghezza, disposizione

 Eventuali apparecchi: scambiatori di temperatura, filtri, essiccatori, altri apparecchi di controllo di marcia. e sicurezza: dare di ognuno di essi le caratteristiche.

Tempi di marcia del compressore nelle 24 ore.

 Cella: dimensioni interne (lunghezza, larghezza, altezza); tipo dell’isolamento termico, spessore, sistemazione, se esiste o meno uno strato per la impermeabilizzazione, tipi di murature; verifica delle condizioni dell’ambiente esternamente alla cella; peso della merce introdotta nella cella e ritmo delle entrate e levate della merce; ritmo apertura porte; temperatura della merce quando entra; temperatura di conservazione; numero delle porte e loro ampiezza, loro spessore e tipo di struttura.


Malfunzionamenti DELL’IMPIANTO DURANTE IL LAVORO: CAUSE E rimedi

Indichiamo alcuni dei principali e più ricorrenti difetti che un impianto presenta durante il lavoro e dei quali cercheremo di darne spiegazione.

I difetti possono essere provocati da:

– squilibrio termico fra le varie parti dell’impianto;

– imperfetta collocazione delle varie parti dell’impianto;

– imperfetto isolamento termico;

– imperfetta regolazione iniziale dell’impianto;

– sporcizia nell’impianto;

– umidità nell’impianto;

– acidità degli olii;

– cattiva qualità degli olii;

– guasto nella parte meccanica dell’apparecchio;

– cattivo funzionamento degli apparecchi di misura e controllo;

– cattivo funzionamento negli apparati elettrici.

Pertanto quanto diremo vale per i difetti che più di tutti si rendono evidenti. Si fa notare che le cause che sono di seguito elencate sono quelle più comuni.

Si possono osservare i seguenti inconvenienti.

1) La merce non si conserva bene, nonostante la giusta temperatura sia raggiunta e il compressore funzioni regolarmente.

2) Il compressore gira sempre o gira per molto tempo senza arrestarsi e le temperature raggiunte in cella sono molto più basse delle volute.

3) Il compressore gira per molto tempo, cioè arriva a fermarsi solo dopo un lungo periodo di tempo di lavoro, ma ciò nonostante nella cella la temperatura non viene raggiunta o lo viene dopo lungo tempo e si conserva per poco.

4) Il compressore non gira affatto e quindi non sottrae calore all’ambiente.

5) Il compressore gira senza fermarsi e non sottrae calore all’ambiente.

Si mette sotto forma di tabella questo capitolo per offrire una miglior visione e comprensione.


Prospetto sinottico dei maggiori inconvenienti, cause e rimedi nei frigoriferi casalinghi e commerciali

Inconvenienti

1° Caso: La merce non si conserva bene, nonostante la giusta temperatura sia raggiunta e il compressore funzioni regolarmente.

 

PROBABILI CAUSE

CONTROLLI, SUGGERIMENTI E RIMEDI

Dal fatto che la temperatura è raggiunta in cella e il compressore lavora con giusto ritmo di attacco e distacco è da pensare che la cattiva conservazione della merce dipenda dalla cattiva circolazione dell’aria nella calla e pertanto è bene che l’orientamento delle ricerche si fascia in tale senso.

La merce fa cattivo odore ed è umidiccia; la carne è molle.

a

Poco volume di aria circola nella cella

Controllare la sistemazione dei gocciolatoi e se vi è della brina ammucchiata, oppure se le lastre di circolazione dell’aria sono regolarmente a posto, così come prescritto.

b

Ventilazione troppo debole (nel caso di un ventilatore nella cella)

Aumentare la potenza del ventilatore oppure osservare se l’evaporatore è troppo chiuso da parte della brina; oppure se la posizione del ventilatore è difettosa, correggerla.

c

Passaggio aria insufficiente ed ostruito

Pulire, dare un salto termico più piccolo; spostare il termostato in mode da fare un salto minore; levare l’eventuale sporcizia.

d

Cattiva circolazione dell’aria nella cella (si formano dei cortocircuiti di circolazione, rimettendo in ciclo l’aria uscita dall’evaporatore).

Allontanare gli ingombri che possono determinare la ripresa dell’aria ed inoltre sorvegliare la buona distribuzione della merce in cella

e

Cattiva disposizione delia merce nella cella. (dà luogo a zone senza circolazione ove si accumula l’umidità e il calore della maturazione della merce).

Stare attenti alla buona distribuzione della merce nella cella: correggere.

f

Troppa merce nella cella.

Stare attenti alla buona distribuzione della merce nella cella: eliminate la merce in più.

g

La superficie dell’evaporatore è troppo grande rispetto alla potenza del compressore (ed allora il salto termico fra evaporazione e calla è troppo piccolo).

Occorre spostare il bulbo verso la regolatrice oppure mettere un evaporatore più piccolo; fare in modo che il salto termico sia fra 8 e 10 °C; molto meglio di 6 °C.

h

Presenza in cella di recipienti con liquido e non coperti (l’aria della cella a contatto con la massa del liquido assorbe umidità che deposita sulla merce).

Mettere i coperchi sui recipienti scoperti.

i

Entrata di aria dall’esterno attraverso le porte, i portelli, le bocchette di aria.

Rivedere tutte le chiusure e accomodarle o sostituirle, se non sono riparabili.

l

L’evaporatore è troppo brinato (perché il salto termico è troppo forte e si osserva che la brina non raggiunge il bulbo termostatico).

Spostare il termostato per avere un salto termico normale; oppure l’vaporatore ha troppo stretti gli intervalli fra le alette; ed allora sostituirlo; oppure vi è poco fluido nell’impianto e perciò rifare una aggiunta di fluido; oppure è troppo strozzata la regolatrice ed occorre aprirla; oppure è piccola la regolatrice rispetto alla potenza frigorifera e la si deve cambiare.

k

Il compressore è troppo potente ed i tempi di marcia sono perciò molto brevi (stare attenti però che durante l’inverno, appunto per la temperatura esterna troppo bassa, anche un compressore normale di estate sembra eccessivo durante l’inverno).

Conviene mettere un altro compressore proporzionato all’impianto.

Se la carne perde il peso perché troppo secca ed ha l’apparenza di essere rivestita di una pellicola di pergamena, le cause dell’eccessiva secchezza della carne: sono le seguenti:

a

Circolazione dell’aria troppo violenta.

Ridurre la potenza del ventilatore sostituendolo con altro meno potente

b

Aria buttata contro la carne.

Spostare il getto aria contro il soffitto e il ritorno investa la carne

c

Troppo forte lo scarto termico.

Spostare il termostato e, se del caso aggiungere altro elemento evaporante

d

Troppo lungo il tempo di marcia del compressore.

Spostare il termostato per una giusta regolazione, e quindi una marcia minore.

e

Cattivo funzionamento meccanico degli apparecchi di controllo.

Se non si possono regolare cambiarli del tutto.

In quasi tutti i casi predetti il manometro alla compressione e quello dell’aspirazione funzioneranno segnalando le pressioni normali. Nel caso g) la pressione dell’evaporatore è troppo bassa, normale quella della compressione. Lo stesso per il caso j).

2° Caso: Il compressore gira sempre o gira per molto tempo senza arrestarsi e le temperature raggiunte in cella sono molto più basse delle volute.

Dal fatto che la temperatura arriva a quella esatta e scende ancora più bassa, si deve arguire che la causa maggiore dell’inconveniente occorre ricercarla nel cattivo funzionamento degli apparecchi di controllo.

 

PROBABILI CAUSE

CONTROLLI, SUGGERIMENTI E RIMEDI

a

Apparecchi di controllo staccati o non regolati.

Verificare, modificare ed eventualmente sostituire.

b

Cortocircuito nelle linee elettriche degli apparecchi di controllo.

Controllare e ripassare, e se del caso sostituire ed accomodare in officina.

c

Apparecchi di controllo bloccati.

Può esservi sporcizia od acqua ed allora riparare nelle normali condizioni.

D

Regolatrice chiusa male che l’ascia sfuggire il fluido liquido.

Si ripara nel modo già detto a suo tempo per la regolatrice automatica semplice o per quella termostatica.

e

Bulbo termostatico o del termostato fissato male o lento.

Controllare e rimettere in ordine.

f

II surriscaldamento non funziona bene perché il bulbo è staccato.

Rimettere in ordine il bulbo e controllare ii tratto di tubo essiccatore dopo il bulbo.

In questi casi normalmente le pressioni dell’aspirazione sono molto basse, più del normale, e le pressioni del premente sono alte, perché il gas arriva molto caldo (tranne nel caso f).

3° Caso: Il compressore gira per molto tempo, cioè arriva a fermarsi solo dopo un lungo periodo di tempo di lavoro, ma ciò nonostante nella cella la temperatura non viene raggiunta o lo viene dopo lungo tempo e si conserva per poco.

 

PROBABILI CAUSE

CONTROLLI, SUGGERIMENTI E RIMEDI

Abbiamo cioè lunghi periodi di lavoro e brevissimi di fermata. Il freddo viene raggiunto dopo lungo tempo e si conserva per brevissimo tempo. Questo modo di marciare del compressore lo chiamiamo “a cicli brevi”.

Le cause sono di diversa natura e cercheremo di darne le principali. In genera però gli inconvenienti sono dovuti alle parti meccaniche dell’impianto che funzionano male.

a

Condensatore ad aria molto sporco.

Pulire il condensatore.

b

II condensatore ad aria riceve poca aria fresca perché il locale è insufficiente.

Non vi è altro rimedio che aumentare la massa d’aria che va al condensatore e che essa sia fresca.

c

La ventola del condensatore dà poca aria.

Modificare la direzione delle pale; oppure allontanare il condensatore dal muro; oppure mettere altra ventola con diametro più grande o pale più larghe.

d

Se il condensatore è ad acqua questa è scarsa o sporca o entra già calda.

Non vi è da fare che aumentare la quantità di acqua in modo che fra l’entrata e l’uscita il salto termico sia di circa 8 °C; se sporca, pulirla facendola passare attraverso un filtro; oppure prendere acqua da altra sorgente; se calda e non se ne può avere altra, cercare di raffreddarla con una torre evaporativa.

e

Presenza di aria nel circuito.

Eliminarla nei modi noti.

Tenere presente che in tutti questi casi la pressione premente è sempre molto più alta del normale ii consumo di energia è esagerato; la pressione aspirante è alta più del normale; il compressore lavora caldo, il condensatore è molto caldo.

Se si ha un pressostato esso entra in funzione ad intervalli molto brevi, perché rapidamente si raggiungono le massime pressioni dal suo distacco.

Altri inconvenienti fuori della zona compressa.

a

Il disidratatore è bloccato.

Pulirlo e sostituire la massa disidratante

b

II filtro è bloccato.

Pulirlo.

c

La valvola termostatica o la regolatrice automatica non è più regolata.

Regolarla, e se non è possibile, sostituirla del tutto.

d

La regolatrice semplice o la termostatica dà un piccolo passeggia al liquido.

Pulirla e regolarla; se invece è piccola rispetto- alla potenza dell’impianto, sostituirla.

e

Mancanza di liquido.

Fare aggiunta di fluido.

f

Il compressore va rapidamente in vuoto e il pressostato bassa pressione stacca spesso la corrente.

Si deve certamente a minima apertura della regolatrice aumentarla. Riparare ed eventualmente, se il guasto è nella regolatrice, sostituirla.

g

Il pressostato a bassa pressione (deprimometro) è guasto.

Cambiarlo con altro buono.

h

Il pressostata ad alta pressione è guasto.

Cambiarlo con altro buono.

Le pressioni hanno delle variazioni nel circuito e precisamente cade la pressione aspirante nei casi a), b), d), e), f).

Cade la pressione premente nei casi a), b). c), d). e).

Per quasi tutti i casi le segnalazioni fatte dai manometri sono imperfette.

4° Caso: il compressore non gira affatto e quindi non sottrae calore all’ambiente o ne sottrae poco

Le cause sono da ricercare in due ordini di fattori; e cioè nel campo frigorifero e nel campo elettrico; vediamole separatamente.

Cause di ordine frigorifero

a

Il termostato è sregolato, oppure è bloccato, oppure resta sempre aperto.

Controllare il termostato nei modi noti. Se necessario metterne uno nuovo.

b

Pressostato sregolato o difettoso.

Controllare nel modo già detto ed eventualmente sostituirlo con altro buono, e verificare poi in officina.

c

Pressostato buono, verificare:

1) se la regolatrice è bloccata, chiusa;

1) Verificare e riparare o sostituire la regolatrice.

2) se il bulbo è scarico;

2) Verificare e riparare o sostituire la regolatrice

3) se vi è paraffina nella regolatrice;

3) Pulire la regolatrice e sostituire l’olio.

4) filtro della regolatrice bloccato;

4) Pulire.

5) filtro dell’impianto bloccato da sporcizia;

5) Pulire ed eventualmente sostituire.

6) disidratatore ostruito;

6) Pulire e, meglio, levare il vecchio disidratante e metterne del nuovo.

7) linea del liquido bloccata;

7) Pulire e rimettere in ordine il disidratante e il filtro.

8) scarsezza di fluido;

8) Fare la ricarica o farne l’aggiunta.

9) se il compressore è soggetto al freddo esterno in inverno la pressione non arriva ad inserire il motore.

9) Proteggere l’apparecchio come detto a suo tempo e, meglio, mettere l’apparecchio dentro un locale.

In tutti i predetti casi la pressione della compressione si manterrà assai bassa: il compressore sarà parzialmente freddo, la pressione aspirante sarà anch’essa bassa o normale.

Cause di ordine elettrico

a

Il motore non gira.

Verificare se arriva la corrente ai morsetti del motore.

b

Fusibili fusi.

Controllare e riparare sostituendoli; verificare la causa che ha provocato la fusione.

c

Fili di alimentazione tagliati.

Riparare.

d

Falsi contatti della linea.

Riparare.

e

Disgiuntore staccato.

Riparare.

f

Bobina guasta.

Sostituire il motore.

g

Verificare tutti i guasti eventuali, così come segnalato a suo tempo, per i motori e riparare di conseguenza.

 

5° Caso: Il compressore gira senza fermarsi e non sottrae calore all’ambiente o ne sottrae poco

Si può avere scarsezza di alimentazione all’evaporatore, quindi produzione di poco freddo; poca brina; bassa pressione alla compressione; bassa temperatura alla compressione, bassa pressione all’aspirazione; bassa temperatura all’aspirazione. Cause:

a

Gruppo motocompressore troppo piccolo.

Sostituirlo con altro di potenza maggiorata

b

Disidratatore bloccato in parte.

b) Pulirlo e sostituire il disidratante.

c

Filtro bloccato in parte.

c) Pulirlo.

d

La linea del liquido è parzialmente bloccata.

d) Pulire e mettere un filtro più efficace

e

Umidità nel circuito.

e) Togliere l’umidità con ì metodi noti.

f

Parziale ostruzione per la paraffina degli olii.

ƒ) Pulire e sostituire l’olio.

g

Piccola apertura della regolatrice.

g) Aprire di più.

h

Regolatrice scarsa di capacità.

h) Sostituirla con altra adatta.

i

i) Bulbo in parte scarico.

i) Sostituire tutta la valvola termostatica.

Se l’alimentazione del fluido nel circuito invece è sufficiente, le ragioni del cattivo funzionamento si debbono ricercare nella eccessiva massa di fluido; e perciò:

a

regolatrice molto aperta.

A) Chiudere un poco la regolatrice o sostituirla con altra più piccola se è di capacità troppo grande.

In questo caso la pressione del condensatore è troppo alta ma il compressore e brinato, la tubazione di aspirazione è troppo brinata. Il condensatore è freddo.

 

Se vi sono fughe del gas a causa della cattiva tenuta delle-valvole del compressore, si abbassa la temperatura e la pressione premente.

Smontare il compressore, verificare il danno e sostituire le parti guasta o ripararle.

Se la temperatura alla compressione è troppo alta, anche alta è la pressione alla condensazione e l’inconveniente lo si deve a:

a

Il condensatore è sporco o l’aria è insufficiente o questa e troppo calda.

a) Riparare nei modi già altra volta segnalati.

b

Il condensatore ha acqua troppo calda od è sporca od è insufficiente.

b) Riparare come già detto a proposito.

c

Il volano è leggermente disserrato.

c) Controllare e riparare.

d

L’evaporatore è eccessivamente brinato.

d) Riparare come già detto a suo tempo.

Altri inconvenienti di funzionamento

Abbiamo esaminato le varie conseguenze di un’installazione difettosa o di imperfezione in qualche organo frigorifero; ora pensiamo che sia utile al tecnico frigorista vedere ancora come alcune imperfezioni nell’impianto quali inconvenienti possono provocare. Certamente i difetti sono sempre dovuti spesso alle stesse cause, ma appunto siccome il circuito è chiuso, è bene vedere se taluni dei difetti di impianto o di funzionamento si ripercuotono su altri organi della stessa installazione.

Le cause più frequenti possono essere qui appresso specificate:

1) Insufficienza di fluido frigorigeno.

2) Ostruzione in una tubazione.

3) Fuga di gas attraverso le valvole del compressore (cioè insufficiente tenuta delle valvole).

Vediamo quali inconvenienti possono provocare nell’impianto.

Si abbia una cella o un armadio con valvola termostatico e con pressostato.

Causa: Insufficienza di fluido frigorigeno.

Inconvenienti:

a) poca refrigerazione;

b) pressione aspirante troppo bassa;

c) il gruppo ha brevi fermate (cioè gira spesso);

cl) la valvola regolatrice soffia;

e) la linea di aspirazione è calda;

ƒ) l’evaporatore non è del tutto brinato.

La valvola regolatrice che soffia è il preciso indizio che il refrigerante è scarso nel sistema, ed aprendo la valvola non aumenta l’effetto refrigerante. Anzi si vede che il poco fluido passante evapora subito, producendo brina vicino alla valvola, senza distendersi nell’evaporatore, e resta molto distante dal bulbo termostatico. Naturalmente non si ha freddo sufficiente; il gas arriva troppo secco al compressore e quindi la linea aspirante è calda e il termometro indica questa condizione, mentre la pressione è bassa; e man mano che si lavora la pressione si abbassa sempre più. Perché il termostato di ambiente arrivi alla giusta temperatura di distacco, occorre che il gruppo lavori per molto tempo. Appena la temperatura impostata è stata raggiunta, il termostato stacca la corrente e il compressore si ferma; ma il calore che entra dall’esterno fa aumentare rapidamente la temperatura in cella e quindi il termostato alza la sua temperatura, riallaccia la linea elettrica e rimette in moto il compressore. Si avrà pertanto un lungo periodo di lavoro ed uno assai breve di fermata.

Rimedio: eliminare la perdita ed aumentare la quantità di liquido nel circuito facendo una ricarica

Ostruzione in una tubazione.

Inconvenienti:

a) il gruppo continua a lavorare senza fermarsi;

b) non si ha brinatura;

c) la linea aspirante è calda;

d) l’evaporatore è caldo;

e) la temperatura in cella o nell’armadio non si raggiunge;

ƒ) la pressione all’aspirazione scende sempre di più fino a lavorare in vuoto.

Quando la pressione cade e tende al vuoto, occorre subito pensare che nella tubazione aspirante vi è una ostruzione. Controllando la tubazione si vede il punto di ostruzione, perché a monte di essa il tubo è nero e a valle si imbianca e si forma un anello di brina.

Naturalmente l’evaporatore non riesce a raffreddarsi; il tubo aspirante neanche lui è freddo; il manometro aspirante tende a portarsi al vuoto; il compressore è caldo e siccome non si raggiunge la temperatura voluta il motore non si ferma mai.

L’ostruzione la potremo trovare o nella tubazione o nella valvola; oppure al rubinetto di partenza del liquido.

Se l’ostruzione è nella tubazione, come abbiamo detto osserviamo un anellino di brina nel punto ove c’è l’ostruzione; se essa è nel rubinetto di partenza del liquido è bene allora che tale rubinetto venga aperto e chiuso più di una volta e con rapidità. Spesso cosi la sporcizia sfugge, ma va certamente nella valvola regolatrice che si ostruirà. Occorre perciò eliminare l’inconveniente inserendo un filtro o pulire quello esistente che molto probabilmente sarà sporco.

Se l’ostruzione è avvenuta nella valvola, e quindi nella sua sede, agire su di essa aprendo e chiudendo repentinamente il passaggio e quando si osserva che la sporcizia è passata, cercare di eliminarla con una nuova filtratura dell’impianto.

L’ostruzione può essere normalmente data dalla presenza di sporcizia, oppure da sbavatura di rame, oppure da paraffina o gomme degli olii, o da cloruro di calcio in polvere, o da altra causa.

Se nella pulizia dei filtri ci accorgiamo della scadente qualità degli olii o dei fluidi, la cosa migliore è cambiare del tutto gli olii e i fluidi.

Rimedio: indicato direttamente nel contenuto precedente quali siano le operazioni da fare in proposito.

Causa: Insufficiente tenuta delle valvole.

Inconvenienti:

1) Se la fuga è debole:

a) la pressione all’aspirazione è un poco più bassa della normale;

b) il gruppo gira per lungo tempo;

c) la refrigerazione non è intensa;

d) la pressione premente è bassa;

e) l’evaporatore è poco brinato o bagnato (sudato).

Le valvole prementi o aspiranti, possono essere deformate o tengono male sulle loro sedi, o hanno le sedi sporche o le loro molle non funzionano come dovrebbero.

Rimedio: sostituirle se non si possono riparare.

2) Se la fuga è forte:

a) la pressione all’aspirazione è molto bassa;

b) il gruppo non si ferma mai;

c) la refrigerazione è troppo debole;

d) la pressione premente è molto bassa;

e) l’evaporatore è poco brinato o bagnato (sudato).

I fenomeni qui registrati sono eguali ai precedenti salvo che essi sono più intensi, perché l’inconveniente e maggiore.

Rimedio: sostituire le parti difettose o ripararle sul posto se possibile.

Nota bene: se la conduzione dell’impianto è normale e la merce entra in cella alla temperatura prevista il lungo funzionamento dell’impianto si può pensare dovuto alle valvole del compressore, che non hanno una buona tenuta. Per verificare ciò occorre chiudere il rubinetto dell’aspirazione sul compressore ed osservare il manometro aspirante. Se esso non va verso il vuoto si possono pensare tre cause:

1) la valvola di aspirazione non tiene;

2) la valvola premente non tiene;

3) la valvola aspirante e la premente non tengono entrambe.

Vediamo uno ad uno i tre casi.

1) La valvola aspirante che non tiene si controlla in questo modo: si chiude il rubinetto premente sul compressore e si vede il manometro premente scendere di pressione e quello aspirante salire di pressione; questo perché il gas passa dalla parte alta alla bassa; quindi nell’equilibrio la parte alta si abbassa, la bassa si innalza, fino ad una pressione media; cioè il gas dell’alta passa nel carter aumentando la pressione dell’aspirante.

2) La valvola premente non tiene: si controlla chiudendo il rubinetto aspirante. Se il compressore non riesce a fare il vuoto significa che, essendo chiuso il rubinetto aspirante, entra gas dalla valvola premente rotta o bloccata aperta.

3) La valvola aspirante e la premente non tengono entrambe: il controllo viene effettuato eseguendo le operazioni di cui ai punti 1 e 2 successivamente.

Naturalmente tutte queste cause portano alla conseguenza che la normale pressione premente non si raggiunge mai, la pressione all’aspirazione non si raggiunge neanche essa completamente, e nel funzionamento non si raggiungono mai la pressione e la temperatura di regime per consentire il lavoro ai termostati ed ai pressostati dell’alta o della bassa pressione;

Occorre talvolta pensare che la temperatura voluta non si raggiunge bene nella cella, perché questa non è stata costruita e isolata nel modo opportuno e si hanno perciò molte dispersioni. In questo caso le pareti, soffitto e pavimento sono bagnati di gocce d’acqua o ricoperte di ghiaccio.

Altri inconvenienti: cause e rimedi

Crediamo opportuno riportare altre osservazioni del modo come in generale si possono presentare le possibilità di controllo dell’impianto

 Il compressore marcia con cicli corti (cioè il compressore: attaccando fa brevi corse e le fermate sono anch’esse di breve durata).

Cause probabili:

  • La temperatura di regolazione degli apparecchi è troppo alta.
  • Se il controllo è con pressostato vuol dire che la regolatrice non chiude mai.
  • Il differenziale del termostato o del pressostato del gruppo è troppo piccolo.
  • Le valvole di mandata non poggiano bene sulle loro sedi e il pressostato non interviene.
  • Il compressore è più potente del necessario.
  • Il compressore gira a forte velocità.
  • Il pressostato per l’alta pressione non funziona regolarmente.
  • La pressione al pressostato non è raggiunta per insufficienza di fluido (la pressione al manometro premente risulta molto bassa a la tempera premente è pure bassa).
  • Il bulbo del termostato sull’evaporatore è messo molto vicino alla regolatrice.

Il compressore marcia con cicli troppo lunghi (cioè il compressore lavora per molto tempo prima di fermarsi).

Cause probabili

  • Mancanza di carica (si deve pure notare al manometro aspirante una bassa pressione e la temperatura invece è alta).
  • Il compressore è troppo debole per l’impianto.
  • II compressore gira troppo lentamente.
  • Il differenziale del termostato o del pressostato è troppo grande.
  • Il termostato ambiente è sistemato male.
  • Il bulbo del termostato di contatto è collegato male sull’evaporatore.
  • Condensazione cattiva o per insufficienza di aria o per aria troppo calda (caso di condensatore ad aria) oppure acqua scarsa o sporca o calda fin dall’inizio (caso di condensatore. ad acqua). Si osservano pressioni prementi malto elevate.
  • Evaporatore troppo piccolo.
  • Evaporatore troppo brinato.
  • Cattiva circolazione di aria nella cella, che non influenza bene il bulbo del termostato ambiente.
  • Scarso isolamento termico dell’armadio o della cella.
  • Entrata aria dalle porte per cattiva tenuta degli infissi.
  • Aperture troppo frequenti delle porte e quindi cattiva conduzione dell’impianto.
  • Arrivo di derrate troppo calde.
  • Cattiva regolazione della regolatrice semplice o di quella termostatica.
  • L’otturatore della regolatrice non appoggia bene sulla sua sede.
  • Il compressore ha dei difetti meccanici.

L’evaporatore ha una temperatura troppo elevata e sottrae poco calore.

Cause probabili:

  • II pressostato o il termostato sono regolati per una pressione o una temperatura troppo elevata.
  • Entrata di aria dalla porta.
  • Isolamento termico scarso o difettoso.
  • L’evaporatore è troppo brinato.
  • L’evaporatore ha la regolatrice mal regolata.
  • Mancanza o insufficienza di fluido; si sente fischiare la regolatrice, inoltre si osserva che la pressione aspirante è molto bassa.
  • Filtro leggermente ostruito.
  • Cattiva circolazione dell’aria sull’evaporatore.
  • Cattiva circolazione dell’aria nell’interno della cella.
  • Il compressore è di potenza insufficiente.
  • L’evaporatore è troppo piccolo.
  • Il compressore presenta difetti meccanici.
  • Cattiva disposizione della merce.

L’evaporatore ha una temperatura troppo bassa.

Cause probabili

  • Il pressostato o il termostato sono regolati per valori troppo bassi.
  • Il bulbo termostatico è malamente fissato all’evaporatore.
  • Il pressostato è in cortocircuito.
  • Il termostato è in cortocircuito.

Il compressore funziona continuamente.

Cause probabili

  • Il pressostato è in cortocircuito.
  • Il termostato è in cortocircuito.
  • Il bulbo del termostato è scarico.
  • Il bulbo del termostato è malamente fissato all’evaporatore.
  • Mancanza o insufficienza di fluido frigorigeno, ciò che si osserva controllando la pressione premente che è molto bassa e la pressione aspirante e pure bassa; la temperatura premente è bassa, mentre quella aspirante è alta.
  • II fluido frigorigeno non arriva alla regolatrice per ostruzione sulla linea del liquido.
  • La regolatrice è bloccata da formazione di ghiaccio dovuto ad umidita nel circuito.
  • La regolatrice e bloccata per sporcizia nella posizione di apertura.
  • Il condensatore funziona male per aria calda, o perché sporco, o per insufficienza di aria.
  • Il condensatore funziona male perché l’acqua è calda, o è insufficiente o è incrostato.
  • Il compressore è di potenza insufficiente.
  • Il compressore è in cattive condizioni meccaniche.
  • L’evaporatore è troppo piccolo per la potenza necessaria.
  • L’evaporatore è troppo brinato.
  • L’isolamento è insufficiente.
  • L’aria entra attraverso le porte.
  • La conduzione dell’impianto è errata.
  • La merce in arrivo è eccessivamente calda ed è malamente accatastata.

La pressione premente è troppo elevata.

Cause probabili:

  • La regolatrice è troppo aperta.
  • Vi è aria nel circuito.
  • Il compressore è sistemato in un locale troppo caldo o troppo piccolo.
  • Il condensatore è troppo piccolo o è sistemato male.
  • L’aria circolante attraverso il condensatore è insufficiente.
  • Il condensatore ad aria è sporco.
  • Il condensatore ad acqua ha acqua insufficiente o sporca o calda.
  • Il condensatore ad acqua ha incrostazioni.
  • La carica del fluido è eccessiva e pertanto la pressione è alta e la temperatura è bassa.
  • La valvola ad acqua è strozzata o è sporca (caso di condensatore ad acqua).

La pressione premente è inferiore alla normale.

Cause probabili:

  • Mancanza o insufficienza di fluido frigorigeno.
  • Il compressore ha le valvole e fasce elastiche che non tengono.
  • L’alimentazione all’evaporatore è insufficiente per difetto di apertura della regolatrice o presenza di sporcizia o di umidità.
  • La linea del liquido è ostruita.
  • La regolatrice è troppo chiusa.

La pressione all’spirazione è troppo elevata.

Cause probabili:

  • Le valvole sono difettose ed il compressore non aspira.
  • La regolatrice è troppo aperta.
  • Il bulbo termostatico è guasto o è scarico.
  • La valvola termostatica ha guasta la sua sede.
  • Se l’evaporatore è alimentato con valvola a galleggiante, la sede o l’otturatore di quest’ultima possono essere guasti o bloccati.

La pressione all’aspirazione è al disotto dalla normale (il caso è analogo al precedente però con minore intensità).

Cause probabili:

  • La regolatrice è ostruita da ghiaccio o sporcizia o è mal regolata.
  • Il filtro è ostruito.
  • Il disidratatore è esausto e non trattiene più umidità.
  • La valvola di partenza del liquido sul serbatoio non è sufficientemente aperta.
  • Il fluido frigorigeno è insufficiente (si sente fischiare la regolatrice).
  • La sezione della linea del liquido e troppo piccola e perciò le perdite di carico sono eccessive.
  • La tubazione aspirante e rotta in qualche punto.

Rumori anormali durante il funzionamento.

Cause probabili:

  • Ammortizzatori che sono troppo secchi o rotti.
  • Sospensioni (se ne esistono) rotte o guaste.
  • Tubazioni malamente fissate per perdita di zanche o zanche rotte.
  • Bulloni malamente serrati a fondo.
  • Mancanza di olio nel carter.
  • Gioco nello spinotto.
  • Gioco negli eccentrici o nelle bielle.
  • Valvole rotte.
  • Soffio agli apparecchi di tenuta per fuga di gas.
  • Colpi di liquido o colpi di olio nella testa del compressore.
  • Cattivo fissaggio del volano.
  • Cinghie lente.
  • Elica del ventilatore che tocca il condensatore.
  • Mancanza di allineamento fra la puleggia del motore e il volano.
  • Valvola per acqua che vibra per cattiva regolazione.
  • Valvola a pressione che vibra per insufficienza di olio nel suo interno.
  • Valvola solenoide che vibra per cattiva sistemazione o per voltaggio errato.
  • Valvola di ritenuta che vibra (in specie se e posta. verticalmente ed allora e bene metterla a 35° o 45°).

Evaporatore che fa rumore.

Cause probabili

  • Evaporatore malamente fissato.
  • Tubazione che arriva all’evaporatore malamente fissata ed appoggiata all’evaporatore.
  • Sostegni dei gocciolatoi malamente fissati.
  • Sostegni dei canali di aria (se ne esistono) malamente fissati.

Odori nella cella o nell’armadio o fuori di tali vani.

Cause probabili:

  • Cattiva circolazione dell’aria.
  • Fuga del fluido frigorigeno.
  • Odore dovuto al cattivo isolante o al cattivo impermeabilizzante o pittura delle pareti.
  • Bruciatura dell’isolante elettrico.
  • Riscaldamento delle vernici o delle gomme sintetiche.

I cattivi odori nella calla vanno eliminati oltre con la pulizia normale, con l’immettere in cella merce che non sia già inizialmente guasta; usare l’ozonizzatore e prevedere opportuni rinnovi di aria.

Rumori nell’impianto

I rumori che si sentono in un impianto in marcia, si riferiscono ai rumori percepiti nel compressore e nel condensatore o nell’evaporatore.

Per quelli sul compressore le cause possono essere diverse, fra queste quelle di pura origine meccanica ed esterna, quali: – i bulloni di basamento che non some bene serrati a fondo, – il volano male fissato o la chiavetta sul volano è rotta, – le cinghie di trascinamento sono lente e non aderenti alla loro sede slittano di tanto in tanto, – l’elica. del ventilatore a volte striscia sulle alette del condensatore ad aria, – a mancanza di allineamento fra la puleggia ed il volano, – la valvola d’acqua che vibra perché non è corretta la sua regolazione per la pressione con cui l’acqua arriva, – tubazioni di arrivo e partenza del compressore non bene fissate alle loro zanche, – ammortizzatori non serrati.

I rumori nell’interno del compressore e per causa meccanica possono essere determinati da: – mancanza di olio nel carter, – eccessivo gioco nello spinotto, – eccessivo gioco negli eccentrici e nelle bielle, – valvole o molle di queste rotte, – soffio all’apparecchio di tenuta per fuga di gas, – colpi di liquido in testa al compressore per regolatrice troppo aperta o per gas condensatosi nella tubazione aspirante dopo lunga fermata in ambiente freddo, – colpi di olio per lunga marcia del compressore sotto vuoto, – valvola a pressione che vibra per insufficienza di olio nel suo interno.

Fra i rumori causati dall’evaporatore possiamo citare i più normali quali: – l’allentamento del serraggio dei bulloni che fissano l’evaporatore al soffitto o alle pareti, – la tubazione che arriva o che parte vibra perché malamente fissata alle sue zanche o sotto il flusso dell’aria mossa dal ventilatore, – i sostegni del gocciolatoio non bene serrati, – i sostegni dei canali di aria che si sono allentati, – eccessiva velocità dell’aria nei canali di mandata se sono fatti specialmente in lamiera.

Tutti i predetti rumori, al compressore, al condensatore e all’evaporatore, una volta individuati, si possono facilmente eliminare, e pertanto si consiglia di procedere alla loro totale eliminazione, senza lasciar passare del tempo, perché la loro persistenza, molto spesso genera poi gravi inconvenienti, per i quali occorre intervenire con spese maggiori.


Regolazione delle valvole termostatiche: inconvenienti, cause e rimedi.

Andiamo ad analizzare in particolare, uno dei componenti essenziali del circuito frigorifero: la valvola termostatica.

La maggior parte degli inconvenienti nel funzionamento della valvola termostatica dipendono dalla cattiva posizione del bulbo o dalla sua non perfetta aderenza col tubo evaporatore.

Le regolazioni finali delle termostatiche debbono dare garanzia di essere giuste e durature, vanno eseguite per il ritocco finale, quando tutto il sistema e la cella sono già in perfetto regime di funzionamento.

Quando in un impianto e necessario smontare la valvola termostatica per una riparazione o sostituzione, è necessario preoccuparsi che essa abbia nel suo interno una pressione eguale all’atmosferica o appena superiore per non fare entrare dell’aria e quindi dell’umidita, e poi che si possa rimettere in ordine senza scomporre le parti vitali dell’apparecchio.

Per smontare una valvola termostatica in opera, si comincia col fare il vuoto in modo da travasare tutto il liquido nel serbatoio;

  • poi si immette una piccola quantità di fluido nella tubazione del liquido, in modo da avere una pressione eguale a zero o leggermente superiore, per non fare entrare aria nella regolatrice;
  • infine si smonta la regolatrice facendo attenzione a non “contaminare con umidità” l’interno delle tubazioni gas.

Se invece nelle operazioni di regolazione finale si deve girare l’apposita vite in testa alla valvola, svitare il coperchietto, dare il giro o parte di giro alla vite e richiudere immediatamente col coperchietto. Il verso di apertura e chiusura della vite per regolare il flusso del gas, è differente secondo del tipo di valvola utilizzata.

La regolazione deve essere effettuata dopo almeno 24 ore che l’apparecchio e la cella sono a perfetto regime.

La buona regolazione e indicata dalla massa di brina sull’evaporatore: se la brina arriva fino alla fine dell’evaporatore, la regolatrice ha raggiunto la sua giusta apertura; se la brina sorpassa la fine dell’evaporatore, la regolatrice e troppo aperta; se la brina non arriva alla fine dell’evaporatore, vuol dire che la regolatrice e troppo chiusa.

Se il compressore e proporzionato all’evaporatore, avremo la regolare brinatura, e pertanto la pressione nell’interno dell’evaporatore è in diretta funzione con la temperatura dell’evaporazione e questa con la temperatura da raggiungere nella cella. Ciò indica che l’evaporatore è perfettamente utilizzato. Perciò vi è perfetto equilibrio fra evaporatore e compressore.

Ma se l’evaporatore è piccolo del voluto, allora il compressore è più potente e l’equilibrio nell’evaporatore si otterrà con una pressione più bassa del necessario, per poter avere nella cella la temperatura voluta. In altri termini lo scarto termico fra l’evaporazione e la temperatura della calla è troppo forte: la brina è secca e abbondante, troppo aderente all’evaporatore e stenta a staccarsi.

Ma se l’evaporatore è più abbondante del necessario, oppure il compressore è più debole, l’equilibrio si produrrà ad una pressione più alta, cioè lo scarto di temperatura fra il gas nell’interno e la temperatura della calla è piccolo, la brina sarà. leggera, bagnata e facilmente si distacca appena l’impianto è fermo.


Difetti che si possono presentare durante la marcia.

La valvola termostatica non è ben regolata oppure è bloccata del tutto.

Vediamo i due difetti:

a) Cattiva regolazione:

Si possono avere i seguenti casi:

1) La cella è fredda alla temperatura normale ma il compressore lavora per molto tempo

  • Causa di tale inconveniente: è una scarsa alimentazione dell’evaporatore causata dalla cattiva regolazione della valvola.
  • L’insufficiente alimentazione provoca un abbassamento della pressione di evaporazione e quindi una minore resa del compressore con conseguenti lunghi periodi di funzionamento.

2) La cella ha la temperatura voluta ed il compressore lavora senza fermarsi

  • Causa di tale inconveniente è che la valvola termostatica è chiusa molto più del necessario, questo rappresenta il caso estremo del difetto precedente.
  • In entrambi i casi oltre che il funzionamento anormale del compressore si nota che la tubazione di aspirazione è più fredda del necessario.

Per accertarsi che la regolazione non è corretta, le operazioni che si consigliano sono le seguenti:

  • fare il vuoto all’impianto, fermare il compressore, quindi chiudere completamente la regolatrice ed infine aprire velocemente il rubinetto del liquido posto sul serbatoio. In questo modo; a monte della regolatrice, abbiamo la pressione del liquido. Se l’otturatore della regolatrice lascia passare del liquido perché è chiusa male, la pressione nell’evaporatore si alzerà rapidamente; se la chiusura dell’otturatore è regolare, la pressione nell’interno dell’evaporatore si alzerà molto lentamente.
  • Riscontrato che l’otturatore chiude male, per migliorare la regolazione fare nuovamente il vuoto e dare poi apertura veloce del rubinetto del liquido. Ripetere l’operazione fino ad avere accomodato la giusta apertura della regolatrice.

b) La valvola termostatica è bloccata.

Si osservano i seguenti casi:

1) Non vi è freddo nella cella e il compressore naturalmente continua a girare

  • Causa: non passando il gas non si ha freddo nella cella perché non esiste evaporazione, e pertanto è nullo lo scarto termico fra evaporazione e cella. Il compressore a sua volta continua a lavorare perché la temperatura nell’evaporatore non è stata raggiunta.
  • causa dell’inconveniente può essere dovuta a umidità nel l’impianto che ha prodotto una goccia di ghiaccio nella sede, oppure a sporcizia nell’impianto Che ha bloccato la valvola, o acidità dell’olio o olio cattivo che forma delle paraffine.

c) La pressione nell’intero dell’evaporatore è troppo bassa

  • Causa: il gas passa ma in quantità minima, appunto per l’ostruzione della valvola. Il poco gas si espande ad una pressione sempre più bassa e pertanto nel tubo si ha un piccolo spessore di brina cristallina. Ricadiamo nei casi precedenti.

Rimedi:

Se la causa è dovuta all’umidità basta bagnare con uno straccio inzuppato di acqua calda la testa della regolatrice il ghiaccio si fonde e l’ostruzione cessa. Siccome pero l’inconveniente facilmente si ripresenterà, occorre mettere un buon disidratatore nel circuito. Se il disidratatore è presente vuol dire che esso è esausto ed occorre sostituire la massa disidratante o il filtro stesso.

Se la causa è la sporcizia, è bene mettere un buon filtro o pulire quello esistente e intanto dare qualche colpo secco di liquido, agendo sul rubinetto del serbatoio, cosi come detto per il caso analogo precedente.

Se la causa dipende dall’olio cambiarlo del tutto.

Se la causa è rottura della valvola termostatica, sostituirla.

Approfondimenti

Le valvole termostatiche sono molto sensibili ad irregolarità che l’impianto presenta (che determinano quasi sempre gravi inconvenienti) quali:

– sporcizia nell’impianto;

– umidità nell’impianto;

– acidità degli olii;

– paraffine negli olii per la loro cattiva qualità;

– sbagliata capacità della valvola rispetto alla potenza dell’impianto.

Per quanto riguarda la causa degli inconvenienti che le regolatrici termostatiche possono presentare, si possono osservare i seguenti casi:

a) La termostatica è di capacità insufficiente.

Ciò vuol dire che attraverso alla sua sede a valvola tutta aperta, non passa sufficiente liquido che evaporando dà la giusta quantità di sottrazione di calore alla cella per abbassarne la temperatura. La pressione del gas può diventare molto più bassa del normale, la brinatura è troppo vicina alla termostatica e lontana dal bulbo. Si metta la mano sul bulbo della termostatica, in modo da osservare se per caso la valvola apre di più. Se essa si apre, allora entra del gas nell’evaporatore e si vedrà che la brina ritorna verso il bulbo. Se tutto ciò non si avvera occorre cambiare del tutto la termostatica e metterne una di capacità maggiore.

b) La valvola termostatica è bloccata chiusa.

Si avranno gli stessi inconvenienti, provocati da umidità, sporcizia, acidità dell’olio, presenza di paraffina, difetto meccanico della stessa valvola.

c) L’elemento sensibile è scarico.

Per un accidente qualsiasi (colpi, urti, ruggine provocata da umidità esterna, ecc.) si può essere prodotto un forellino nel bulbo o nel tubo capillare o nel soffietto o sulla membrana, allora si avrà una imperfetta refrigerazione, una imperfetta brinatura, un lungo periodo di funzionamento del compressore e talvolta il compressore lavora senza fermarsi.

Si provi a mettere la mano sul bulbo della valvola termostatica; se l’inconveniente è poco grave, la brina si stenderà. sul tubo dell’evaporatore e se ciò non si raggiunge, allora si consiglia la sostituzione della valvola con una nuova.

d) La valvola termostatica è bloccata aperta.

Si ha eccessiva alimentazione dell’evaporatore; la brinatura del tubo aspirante va oltre il bulbo della termostatica e può giungere sino al compressore con possibilità di pericolosi ritorni di liquido. Provare a variare la regolazione della valvola cercando di stozzarla; se non si raggiunge nessun risultato sostituire la valvola.

e) La valvola termostatica è stata malamente regolata.

Se è troppo aperta avremo che la tubazione aspirante dopo il bulbo termostatico è brinata o suda. Allora occorre serrare un poco l’apertura della valvola, cioè portare l’otturatore più vicino alla sua sede con una frazione di giro. Se ciò nonostante non si arriva a guadagnare qualcosa, allora cercare di portare a fondo l’otturatore. Se ciò nonostante la brina resta sempre al di là del bulbo termostatico vuol dire che la valvola è troppo grande per l’impianto e conviene perciò cambiarla con altra più proporzionata all’installazione. Se la valvola è troppo chiusa avremo i casi già visti al paragrafa b.

Ricordarsi sempre che la regolazione si fa a frazioni di giro per volta, il cappuccio si deve rimettere subito a posto dopo ogni regolazione. Se si deve sostituire la valvola si tenga presente la possibilità. di entrata d’aria nell’impianto e perciò vedere quanta detto a proposito.

f) Il filtro della valvola termostatica è bloccato da sporcizia.

 Smontarlo e pulirlo. Però mettere un filtro pulito ed efficace nel circuito ed evitare il ripetersi dell’inconveniente. Il filtro sulla valvola termostatica deve provvedere alla trattenuta di impurità solo in caso che una minima quantità di sporcizia sfugga dal filtro dell’impianto e non deve mai sostituirlo nella funzione.


Si fornisce di seguito uno studio per gli inconvenienti che la presenza della valvola termostatica può apportare in un’installazione frigorifera.

 

Prospetto degli inconvenienti a causa della valvola termostatica

Inconvenienti

Cause Rimedi

a

la regolatrice soffia

Mancanza di liquido; parziale ostruzione sulla linea del liquido; la linea del liquido è troppo lunga; il condensatore è troppo freddo (perché sistemato in un vano più freddo della cella).

Rimedi: fare una ricarica di gas; pulire i tubi e controllare l’efficacia del filtro sostituendolo eventualmente; cercare di accorciare le distanze fra gruppo ed evaporatore o mettere per il liquido un tubo più grande; spostare il condensatore od il gruppo in un vano più caldo o proteggere il gruppo contro il freddo.

b

l’impianto si svuota

Il soffietto della termostatica è rotto.

Rimedio: sostituirlo.

c

la regolatrice si blocca dopo un lungo periodo di funzionamento

Umidità presente nel circuito che forma un tappo di ghiaccio.

Rimedi: sbloccare la valvola scaldandola e sostituire la massa disidratante: del filtro.

d

termostatica troppo piccola

A valvola tutta aperta il liquido che passa non è sufficiente a dare la voluta temperatura nella cella; fermando il gruppo la termostatica non si chiude.

Rimedio cambiare la termostatica con altra più idonea.

e

premistoppa della termostatica non stagno o guarnizioni difettose

Fuga di gas; l’impianto si svuota

Rimedi: cambiare termostatica

f

Termostatica mal regolata

Non si raggiunge la temperatura in cella

Rimedio: aprire la valvola fino a completa regolazione

g

Ostruzione nella sede della termostatica

La cella è calda; la pressione di aspirazione è troppo bassa; il compressore non si arresta; il filtro della termostatica è forato

Rimedi: cambiare il filtro della termostatica

h

Olio nella camera della termostatica

Poca resa dell’impianto

Rimedi: riscaldare la valvola con un panno bagnato con acqua calda; fermare ed aprire rapidamente la valvola

i

Il tubo capillare della termostatica è rotto

La valvola resta sempre chiusa e la pressione di aspirazione tende al vuoto

Rimedi: cambiare termostatica

j

Il bulbo del treno termostatico è vuoto

La valvola resta sempre chiusa e la pressione di aspirazione tende al vuoto

Rimedi: cambiare termostatica

k

Filtro del circuito ostruito

L’impianto tende al vuoto; la pressione di aspirazione si abbassa sempre di più

Rimedi: pulire o sostituire il filtro

l

Ghiaccio nella valvola termostatica

Presenza di umidità nel circuito

Rimedi: sostituire filtro disidratatore

m

Valvola bloccata

L’impianto tende al vuoto e la pressione di aspirazione è sempre più bassa del normale

Rimedi: cambiare termostatica

n

La termostatica è in un ambiente più freddo del suo bulbo

La termostatica resta chiusa perché il bulbo, pur scaldandosi, non arriverà a dare la spinta all’otturatore

Rimedi: Cambiare posizione alla termostatica


L’impiego del tubo capillare ed avvertenze relative

Il capillare è funzione (come diametro e sua lunghezza) della temperatura di evaporazione.

Bisogna premettere che il condensatore non deve avere serbatoio di liquido, perché questo non deve restare nel condensatore ma passare tutto nell’evaporatore. La presenza del serbatoio farebbe cadere la pressione del liquido. II liquido si accumulerebbe in piccolissima quantità nella parte bassa del condensatore, formando come un tappo all’ingresso del tubo capillare.

All’uscita del condensatore è previsto un piccolo filtro.

La fig. 2 dà un’idea della ripartizione del fluido nel circuito in marcia regolarizzata. Al tubo del gas freddo si salda per almeno 1,50 m il tubo capillare che funge da scambiatore di calore. In funzionamento normale il condensatore è molto caldo nella parte alta, per breve lunghezza (dovuto al surriscaldamento della compressione), segue il resto del condensatore con riscaldamento uniforme. L’evaporatore è uniformemente freddo e la temperatura è raggiunta nel vano da raffreddare.

Fig. 2

Fig. 2 Circuito generico con capillare con funzionamento regolarmente.

1 – compressore

2 – condensatore

3 – filtro

4 – capillare

5 – zona scambio termico

6 – evaporatore con liquido (regolare)

Se l’evaporatore è completamente brinato il condensatore è troppo caldo per più spire e quelle più basse sono tiepide.

Questa è la prova. che il capillare offre molta resistenza al passaggio del liquido.

Ne passa poco, evapora tutto, riempie l’evaporatore di brina ed il gas si surriscalda alla compressione.

Il liquido non passando nell’evaporatore si accumula nelle ultime spire del condensatore (vedi fig. 3).

Fig. 3

Fig. 3 Circuito generico col capillare ma difettoso.

1 – compressore

2 – condensatore con liquido (irregolare)

3 – filtro

4 – capillare

5 – zona scambio termico

6 – evaporatore con evaporazione ridotta

Per ovviare a questo inconveniente occorre accorciare il tubo capillare per dare minore resistenza al liquido.

Se l’evaporatore è caldo, la temperatura del condensatore elevata nella parte alta e decrescente verso il basso, e la cella è fredda, significa che nell’impianto vi è dell’aria che occorre eliminare.

Se l’evaporatore è poco brinato, la parte alta del condensatore è poco calda e le sue spire più basse sono fresche e la cella stenta a divenire fredda, significa che vi è poco gas nel circuito o il tubo è troppo corto. Si effettua una carica di gas e se non si risolve nulla si deve mettere un tubo più lungo.


Conclusione

Con questa breve trattazione, si è voluto dare qualche informazione sulle cause di malfunzionamento degli apparati frigoriferi e fornire alcune indicazioni per ovviare a qualche problema.

È ovvio che risulteranno insufficienti in molti casi ma, possono indicare la strada giusta per poter diventare un “Buon frigorista”.

Si rimanda a tutti gli argomenti trattati nella sezione completa: Refrigerazione.

Buon lavoro

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